martedì 5 novembre 2013

Vita sul campo... di atletica

Buona sera!
Oggi voglio condividere la mia esperienza sportiva avuta durante l'adolescenza.
Sono sempre stata occupata con vari sport, prima la ginnastica ritmica, poi il nuoto, lo sci e via dicendo... Un giorno, spronata dal professore di ginnastica alle medie, ho iniziato a correre e mi piaceva pure! Mi sono iscritta ad una piccola società di atletica dove ho sperimentato le varie discipline, scoprendo che ero più portata per il mezzofondo.
Un paio d'anni dopo ho lasciato la piccola società per iscrivermi ad una squadra più grossa, con tanti ragazzi, tanti risultati, tanto entusiasmo. Il giorno del mio compleanno mi sono presentata in palestra ed ho subito cominciato ad allenarmi.
Quello che sarebbe diventato il mio allenatore, Alessio, alla scoperta della mia predilezione per le lunghe distanze ha subito visto nella sua mente una squadra di ragazze che arrivavano in vetta alle classifiche. E da qui comincia l'avventura.

Gli allenamenti erano duri, soprattutto in inverno al freddo della sera, ma non ci si scoraggiava mai: si facevano i compiti e non si vedeva l'ora di trovarsi in palestra o al campo per stare insieme e correre. La fatica si sentiva meno perché eravamo tutti assieme. Alessio aumentava il ritmo e noi dietro, ma sempre chiacchierando (e un po' meno il sorriso).
Tutti i ragazzi mi hanno subito accettata e da una semplice società "contenitore" di tutti i giovani appassionati di questo sport è diventata un gruppo di amici che, oltre a correre, si trovavano anche per uscire la sera.

Le difficoltà e le crisi non sono mancate, ma la forza della squadra aiutava a stringere i denti: l'obiettivo era quello dei Campionati Italiani di Società. Dovevamo superare noi stesse per poter accedere alle finali nazionali, cercando di fare del nostro meglio per portare punti al gruppo.
Il primo anno ci abbiamo provato, ci siamo riuscite e abbiamo ottenuto la finale B arrivando a posizionarci come la 16^ squadra italiana di categoria. Noi, piccole, tenaci, poche ragazze e i nostri tre allenatori, Alessio Stefano e Mirco.
Con gli allenatori in ansia per la staffetta 4x400
I mesi passavano e gli allenamenti erano sempre costanti, questa volta l'obiettivo erano i campionati di cross. Quindi preparazione invernale al freddo, su e giù per le ciclabili a macinare chilometri.
Anche questa volta le piccole donne ce l'avevano fatta: siamo state alle finali dei campionati di Società a Monza (ottenendo un mediocre risultato) e poi a Campi Bisenzio l'anno dopo (piazzandoci tra le prime 25 squadre). Che ricordi dei cross: fango, zolle di terra incastrate tra le scarpe, corse tra i filari delle vigne in salita o in discesa. Fatica e divertimento allo stato puro.

Tra i vigneti durante un cross
Dopo questi risultati l'adrenalina era a mille: la stagione estiva non aspettava! Ci siamo lanciate a mille negli allenamenti per ritentare l'impresa dei Campionati di Società.
Ci speravamo e ci credavamo tantissimo: i nostri sforzi sono stati ripagati con un bellissimo punteggio d'accesso alla finale A, con le migliori squadre d'Italia!
Fatto i bagagli ci siamo catapultate a Milano in una pista meravigliosa, avevamo un hotel a 4* tutto per noi e la voglia di spaccare era grande.
Ognuna di noi (Io, Michi, Rosi, Lisa, Silvia, Bea, Nicole, Monica, Elisa) doveva coprire due specialità per ottenere buoni punteggi. La squadra era piccola ma tosta, non come le grosse società con cui ci siamo trovate a gareggiare.
Noi tutte orgogliose con le nostre magliette rosse con la fotografia stampata sopra, le mutande portafortuna e via...! Sui blocchi, in pista, sui tappeti, nella sabbia!
Ci siamo spremute fino all'ultima goccia di sudore, abbiamo tifato fino a perdere la voce, ci siamo imbrattate di colore per orgoglio della nostra SAF Bolzano.
Tutto ciò è valso il 5° posto in Italia per la nostra categoria.
Partono i festeggiamenti e, come promesso, se va bene giro di campo in mutande: il delirio nello stadio!


 




















Purtroppo crescendo ci siamo dovute confrontare con problemi fisici, ginocchia rotte, mal di schiena, peritoniti, ecc.., e con la scelta difficile tra scuola e sport. In Italia è molto difficile coniugare le due cose, a meno che non si entri a far parte della nazionale.

Sono stati sicuramente degli anni e delle esperienze meravigliose, a partire dalle ore passate assieme, le scarpe e le maglie sempre sporche di rosso tartan, le trasferte, i risultati, le sfide con se stessi.
Ma la cosa più bella è che siamo rimasti tutti amici, ci vediamo ancora nonostante la lontananza dovuta alle diverse città universitarie, l'appuntamento fisso è il capodanno assieme.
Auguro a tutti di poter vivere un'esperienza come la mia, in cui lo sport ha unito delle persone, le ha fatte crescere assieme e le ha "protette" dai pericoli dell'adolescenza facendo trovare altri modi di divertirsi.





Vi voglio bene!
Giorgia

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